Le Confraternite religiose

 

Cenni sulle confraternite

Quanto segue è stato massimamente rilevato dall'articolo pubblicato da: Il Blog di Piazza Perotti. Il predetto articolo in alcune sue parti, è un adattamento di uno dei pochissimi articoli rintracciabili in rete di Gian Paolo Vigo sulle cappe delle Confraternite.

 

Stemma

Le Confraternite

Le attuali Confraternite ebbero origine nel Medio Evo in risposta al bisogno di pace e misericordia in un'epoca di grande instabilità. La carità e l'assistenza sono sempre stati un obbligo per i cattolici e nelle Confraternite il precetto viene adempiuto in modo associativo, come la preghiera, la penitenza e lo stesso pellegrinaggio ai luoghi di devozione.

I Dizionari religiosi descrivono le Confraternite come: "società, e adunanza di persone divote stabilite in alcune chiese, o oratorii, per celebrare alcuni esercizi di religione, e di pietà, o per onorare particolarmente un mistero, od un santo, non che per esercitare uffici caritatevoli".

Il Codice del Diritto Canonico in vigore la regola come: "un'associazione pubblica di fedeli della Chiesa Cattolica che ha come scopo peculiare e caratterizzante l'incremento del culto pubblico, oltreché, beninteso, l'esercizio di opere di carità, di penitenza, di catechesi non disgiunta dalla cultura".

Esistono Confraternite anche in altre confessioni e anche nella fede islamica.

 

Ogni confraternita presenta:
• un titolo preciso, con dedica a un Santo o a un Mistero di fede;
• uno scopo definito da perseguire;
• uno statuto proprio che regola i rapporti interni tra i suoi iscritti;
• un particolare abito, detto, a seconda delle regioni, "sacco", "cappa", "veste", ecc., di foggia e colore ben definiti, anzi codificati, spesso diversi per i confratelli e consorelle;
• una regolare organizzazione.

La Confraternita viene eretta con apposito decreto dell'autorità ecclesiastica competente (Pontefice, Conferenza Episcopale, Vescovo, Superiore di Istituto religioso). La sua sede è una chiesa. La chiesa sede di una Confraternita è di norma un oratorio proprio, oppure un altare della chiesa parrocchiale o di altra chiesa (santuario, convento, ecc.) della località dove la Confraternita opera.
Esistono Confraternite composte anche da religiosi che hanno dato i voti in forma solenne (sacerdoti, monaci, ecc.) ma normalmente si intendono confraternite di laici in cui è presente unicamente il solo sacerdote con funzione di guida spirituale. La Confraternita locale è spesso aggregata a una Arci-Confraternita, spesso con sede in Roma, che opera con lo stesso nome. Questa caratteristica porta ad una uniformità di usi e costumi per tutte le confraternite nate e aggregate alla stessa Confraternita madre.

Caratteristico di ogni Confraternita è il vestito che viene indossato dai confratelli e dalle consorelle. Si tratta spesso una larga tunica o una tonaca che ricorda lo spirito di mortificazione e di riparazione delle prime forme di manifestazione pubblica di espiazione per i peccati del mondo e la pacificazione sociale. Vennero principalmente usate rozze tuniche di lino o di juta, stoffe più comuni e povere e sovente un vero e proprio sacco forato calato sulla testa e legato ai fianchi. In seguito, l'abito confraternale divenne un elemento distintivo della Confraternita e prende generalmente il nome di sacco, veste, tunica, tabarro o cappa.
I richiami simbolici sono molto evidenti: l'abito indossato dai Confratelli richiama la tunica della passione di Gesù; la cappa delle Consorelle richiama invece il mantello portato dalle prime donne che affiancarono i penitenti del Medioevo. L'uso di uniformi per i laici, difatti, prende piede con l'utilizzo nei pellegrinaggi di divise immediatamente riconducibili allo status di pellegrino, a loro volta ispirate a principi di umiltà e praticità. Ampi cappelli per proteggersi dal sole, il cappuccio che nascondeva malattie, età e sesso, la mantellina, spesso incerata per far scivolare la pioggia dalle spalle.

Nel tempo, all’abito si aggiungono elementi decorativi come:
lo stolone, la lunga stola cadente sul davanti fino ai piedi, passa dall'abito dei religiosi all'abito confraternale;
lo scapolare, forato al centro e ricadente sul dorso e sul petto, spesso col cappuccio;
la corona del Rosario o quella dell'Addolorata;
la cintura di cuoio (anziché il cingolo di corda) dell'Ordine Agostiniano;
il mantello (ridotto a mantellina, la mozzetta) richiamo a quello delle tonache;
lo stemma (il "signum", ossia il sigillo) di un Ordine religioso.

Alcune volte le Confraternite legate direttamente ad un Ordine adottano direttamente cappe simili all'abito dei frati. In questo caso, le cappe dei Confratelli sono pressoché uguali a quelle delle Consorelle. Esistono cappe con la lunghezza delle maniche differente per ricordare l'insegnamento di Gesù: "non sappia la tua sinistra quel che fa la tua destra", come anche il "guardatevi dal fare le vostre opere buone per essere visti dagli uomini, il Padre vostro che vede nel segreto vi ricompenserà", porta spesso all'uso del cappuccio, anche come elemento di occultamento delle differenze sociali, ma anche lo stesso cappuccio calato sul viso costituiva un rozzo filtro di difesa nell'assistenza degli infetti.
Per molti fratelli la veste è anche il vestito della morte e della sepoltura. La cappa é il segno e la manifestazione dell'appartenenza ad una Confraternita e pertanto non può essere indossata singolarmente o in modo arbitrario. È spesso personale, sia in vita che in morte, viene benedetta e consegnata ufficialmente con l'apposito Rito di Vestizione, dev'essere conservata con cura e portata con dignità da ogni Confratello e Consorella.

I colori degli abiti

I colori dell’abito confraternale (vedi galleria fotografica) sono l'elemento più distintivo in assoluto, pertanto:

• il bianco: richiama il colore delle prime cappe indossate dai Flagellanti medievali, così furono e sono confezionate le cappe della maggior parte delle Confraternite;
• il grigio: ricorda la tela grezza, di simile colore, dell'umile saio dei primi Frati dell'Ordine Francescano: l'uso di una cappa simile indica le Confraternite sorte al seguito dei "Fratelli e Sorelle della Penitenza";
• il rosso: è il colore caratteristico della Confraternita della Trinità dei Pellegrini, fondata da San Filippo Neri, ed indica l'effusione dello Spirito Santo ed il fuoco della carità che deve infiammare i cuori. Il rosso è il simbolo assoluto della la divinità;
• il marrone ed il giallognolo: richiamano rispettivamente la tonaca o il mantello dei religiosi dell'Ordine Carmelitano e indica una Confraternita della Madonna del Carmine;
• l'azzurro: è il colore mariano per eccellenza. Esso fu assegnato alle Confraternite del Rosario dai Padri Domenicani, i quali ne zelarono l'erezione un po' ovunque;
• il verde: è innanzitutto il colore dell'Arciconfraternita di San Rocco e delle sue aggregate; riprende il colore delle vesti con cui questo santo pellegrino viene effigiato nell'iconografia tradizionale;
• il nero: il colore simbolico della terra, da cui ha principio la vita, alla quale torna con la morte, é adottato, per questi motivi, dalle Confraternite della Buona Morte.

Altri colori o combinazioni di colori usati possono derivare:
• dall'iconografia con cui é tradizionalmente effigiato un Santo Patrono (ad es. il viola del mantello di San Giuseppe, che però potrebbe indicare anche Confraternite penitenziali);
• dalla carica da evidenziare (ad es. il giallo-oro, colore della solennità, in genere usato per gli ornamenti delle cappe e/o delle mantelline dei responsabili della Confraternita);
• dalla semplice affinità col colore stabilito (ad es. il blu anziché il nero, per distinguere due Confraternite di titolo diverso, entrambe con abito scuro, esistenti nella stessa località, o limitrofe, o che hanno avuto vicende particolari riguardo all'aggregazione.

Gli ornamenti degli abiti

Tra gli ornamenti, si ritrova sempre un cordone per cingere i fianchi, come richiamo alle funi con cui fu legato il Signore. Il cordone ha dei nodi, in genere di numero dispari, per ricordare il flagello usato come atto di penitenza.

Su ogni cappa dovrebbe esserci sul lato del cuore un distintivo, detto "impronta", con l'effigie o lo stemma del Santo o Mistero titolare della Confraternita, a volte sostituito da un'effige portata su un collare o un medaglione al petto. Le Cappe dei Confratelli che andavano pellegrini (o delle Confraternite che si occupavano dei pellegrini) portano distintivi del pio viaggio (il copricapo per il sole, una piccola zucca cava per bottiglia, la conchiglia per bicchiere o cucchiaio, il bastone).

Chi si recava a Roma indossava il cappello a larga falda dei Romei, oppure una chiave. Chi si recava in Terra Santa portava un rametto di palma. Ancor oggi, chi compie a piedi il pellegrinaggio di San Giacomo di Compostela, torna con la conchiglia benedetta appesa al bastone.

Qualche Confraternita dei Pellegrini porta ancor oggi una simbolica bisaccia a tracolla, o la citata zucca come ornamento del bastone. Tra gli annessi che spesso accompagnano l'abito confraternale si nota il bastone come emblema dell'autorità dei superiori della Confraternita. Bastoni differenti possono essere portati dai guidatori delle processioni.

Alcune mantelline possono essere decorate o lavorate, e per Officiali, come per i portatori di simulacri, è spesso previsto l'uso dei guanti. Per le calzature ci sono varie regole di uniformità e in particolari celebrazioni è previsto il piede scalzo. La cappa é sempre una sopra-veste e viene indossata sul vestito proprio che spesso viene regolato dal buon gusto.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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