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I quadri ex-voto
“Questa volta puoi proprio fare un quadro alla Madonna!” dicevano i nostri vecchi dopo uno scampato pericolo.
In queste poche parole è racchiuso tutto il significato e la gratitudine per una grazia ricevuta, che trova la sua espressione in ciò che da tempo immemorabile costitusce gli “ex voto”.
Quadro votivo
Molteplici sono le forme date agli “ex voto”, dai cuori di argento agli oggetti di uso comune che hanno preso parte all’evento centrale della grazia ricevuta e non ultimi la rappresentazione grafica
dell’accadimento riportato su dipinti, molto spesso di ingenua fattura, ma carichi di emotività. Lo schema compositivo delle tavolette discende dalla tradizione iconografica risalente fino al XVI secolo e
conservato fino ai giorni nostri. L’immagine della Madonna si trova indifferentemente in alto a destra o a sinistra ed anche al centro del dipinto, diversamente dalla consuetudine e tradizione pittorica che
vedeva tale imagine posta in alto a sinistra.
I quadri raffigurano nella generalità l’immagine della Madonna racchiusa in una aureola di nubi, nella parte alta del dipinto, mentre nella parte inferiore è svluppato il tema del voto o della preghiera di
invocazione o di ringraziamento. Va notato che alcuni dipinti presentano l’immagine inconfondibile della Madonna di Oropa ed in altri i colori dell’abito e del manto della Vergine non corrispondono alla
raffigurazione della Madonna della neve di Campra, senza che questi dettagli sminuiscano l’espressione di fede e di ringraziamento dell’offerente per la grazia ricevuta. Altrettanto interessanti risulano le
informazioni e le descrizioni pittoriche che riguardano gli aspetti della vita quotidiana, sia relative all’interno delle case, sia dei diversi luoghi degli accadimenti, senza dimenticare la descrizione del
paesaggio o dell’ambiente urbano.
Il voto fatto, può restare segreto o essere manifestato e quindi rappresentato. Sono definiti “voti segreti o muti”quelli che non danno altra informazione se non la prova di una grazia ricevuta attraverso l’intervento della Madonna. Sono il documento di una tacita preghiera o di un fervido ringraziamento e i dipinti non lasciano trasparire traccia dell’accadimento se non la viva fede del devoto. Nei quadri presenti nella fotogallery, eseguiti nella seconda metà del secolo XIX, viene posto in risalto l’altare della Chiesa della Madonna della neve di Campra, in parte liberamente raffigurato e idealizzato.
Il racconto di una guarigione per grazia ricevuta rappresenta un interessante documento, ricco di umanità, che narra in forme e modalità in qualche modo uniche, come nel vissuto quotidiano si inserisca il
ricorso al sacro. I quadri votivi evidenziano come l’invocazione al sacro possa fornire il mezzo di risoluzione di momenti drammatici difficilmente superabili con le sole forze individuali o con il sapere
della scienza medica.
Nelle tavolette di “ex voto” il centro di gravità è dato dalla sfera terrena della malattia vissuta in ambiente domestico; qui il letto ed il malato rappresentano il centro dell’immagine e le figure umane che
sono vicine a chi soffre assumono spesso un ruolo di assistenza e di cura; Nei dipinti votivi, il malato raramente è solo. Familiari e conoscenti sono nella stanza o accanto al letto per curarlo, assisterlo o
pregare per lui. Il sostegno della famiglia e del vicinato nell’offrire assistenza materiale, morale o spirituale emerge con tutta evidenza.
La narrazione che dell’evento, concentrato nella preghiera di invocazione e di ringraziamento, lascia intravvedere tutta l’emotività e gli stati d’animo dell’ambiente domestico, animato dai suoi personaggi
che ricoprono ruoli differenti, come quello del medico, quasi sempre convocato in extremis e mai foriero di buone notizie per l’ammalato. Ma, invocato, il Cielo interviene a sollievo degli umani dolori.
Le raccolte delle tavolette e quadri “ex voto” molto diffuse nei Santuari del territorio piemontese e non solo, sono testimonianza di una pietà popolare che sa riconoscere la presenza provvidente di Dio nelle
concrete circosanze della vita, specialmente nelle necessità e nei pericoli. Le tavolette che riportano atteggiamenti di invocazione o di preghera mettono in evidenza, nella gran parte dei casi, l’ambito
domestico, la presenza della famiglia e, a volte, lo stesso sofferente che si rivolge al Cielo per invocare un intervento di grazia.
Quando invece si tratta della raffigurazione per una grazia ricevuta per un fatto accidentale o per una scampata disgrazia, il dipinto appare del tutto diverso: la raffigurazione assume toni drammatici,
l’accadimento è colto nel momento più grave e spesso cruento, vengono messe in evidenza tutte le componenti che hanno partecipato al momento che stava per trasformarsi in umana tragedia. Il protagonista o le
persone coinvolte manifestano la loro disperazione, anche se sovente mediata dall’ingenuità del dipinto; il loro sguardo però è rivolto al Cielo, dove, avvolta da una nube, appare l’invocata immagine
salvatrice.
Il quadro reassume così I due piani che partecipano alla vicenda: la terra, come scenario del fatto ed il Cielo dal quale proviene l’aiuto miracoloso. Dio è comunque presente nelle stesse leggi naturali e
nelle ordinarie o particolari circostanze della vita delle sue creature.
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