Confraternita |
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Riorganizzazione dell'Archivio della Confraternita della SS.ma Trinità e S. Croce di Graglia
«Che egli veda, esamini, metta in ordine e sistemi negli armadi le lettere, le carte e i privilegi, al fine di conservarli il meglio possibile perché siano il più sicuramente il più
facilmente utilizzabili quando ciò si renderà necessario. E che egli faccia tutto quanto è necessario per conservarli in modo sicuro e per ritrovarli rapidamente.»
(Filippo IV di Francia a Pierre d'Etamps, primo archivista regio, citato in Bertini, p.7)
Documenti
Il valore storico e umano presente nei documenti di un archivio fa sorgere il desiderio di non lasciare nell’ombra e nella dimenticanza la testimonianza di tante vite e di tanti destini. Questa prospettiva
ha spinto la confraternita della SS. ma Trinità e S. Croce in Graglia, in quel di Biella, tra le vallate impreziosite dai Santuari di Oropa e di Graglia, ad attuare la sistematizzazione dell’archivio
confraternale che ha portato alla catalogazione di oltre 1300 tra documenti, fascicoli, note, fatture e stralci di normalità di vita, datati dalla fine del secolo XVI alla fine del 1900.
La storia narrata dall’archivio fa memoria della fondazione della Confraternita riportata dall’atto datato 6 gennaio 1577 che, nella sua prima parte, recita: “Fondazione della Chiesa
di S. Croce di Graglia e della Confraternita della sacra milizia, istituita in essa con assegnazione dell’abito e di altre ordinazioni date alla stessa confraternita dal M. R. Pare Inquisitore generale
delle Citta di Vercelli, Ivrea ed Aosta”.
L’attività della Confraternita, così costituita, trova poi il suo regolamento e le indicazioni operative e di pratica religiosa in un altro corposo fascicolo dal titolo “Compendio
della fondazione della Chiesa della SS. ma Trinità e S. Croce in Graglia, della erezione delle Cappelle ed Altari e delle indulgenze concesse”.
Atti e documenti amministrativi, i primi datati a partire dal secolo XXVII, sono rappresentati da oltre mille “carte” tra note, fatture, piccoli appunti, contratti stilati solo con la buona fede dei
contraenti, impegni di pagamento, avvisi d’asta e bollette per tasse ed imposte, che narrano di vicende umane all’interno di una comunità nella quale la Confraternita rappresentava il centro sociale,
religioso ed anche economico. Sfogliando le varie annotazioni contabili, riportate diligentemente nei diversi libri dei conti, le annotazioni riferite ad “Elemosine” segnano, con ritmo costante quasi tutte
le pagine dei citati libri, evidenziando in particolare quelle erogate a favore di persone di religione ebraica che vivevano di pubblica assistenza o che si convertivano al cristianesimo.
In termini analoghi l’archivio ricorda come la propaganda calvinista ottenne notevoli risultati in Piemonte con il passaggio di Calvino in Valle d’Aosta, peraltro osteggiato dai valdostani, ed il radicamento
della sua dottrina in Torino e in Chieri, quali centri attivi. Di questi mutamenti storici si ha notizia fin dai primi decenni del 1700, nelle carte che l’archivio custodisce, le quali narrano dell’opera
caritatevole della Confraternita nei confronti di coloro che avevano mutato idea rispetto alla logica riformatrice calvinista e che, con ogni probabilità, erano ospitati presso il “Sacro Monte” di
Graglia.
I mutamenti avvenuti nelle varie epoche, l’avvicendarsi delle diverse situazioni sociali e religiose, come ci narrano i documenti d’archivio, hanno portato la Confraternita all’aggregazione all’Ordine
Trinitario, assorbendo i principi fondamentali dalle regole trinitarie che prevedevano, tra l’altro, opere di liberazione dalla schiavitù, in particolare il riscatto dei cristiani caduti prigionieri dei
Saraceni. Desta quindi particolare attenzione quanto il Tesoriere della Confraternita della SS.ma Trinità e S. Croce del “locho di Graglia” nell’anno 1688 trascrive sul suo libro:
“Più ha pagato a quattro schiavi redenti d’ordine del Priore soldi 10.0” ed ancora più curiosamente negli anni successivi: “Più speso li 21 nouembre ad un
turco uenuto alla s. fede”.
Non mancava, peraltro, l’attenzione a tutti coloro che percorrendo le strade ed i sentieri del tempo, trovavano conforto ed un piccolo aiuto nella disponibilità della comunità gragliese e nella Confraternita;
ne fanno testimonianza i frettolosi ordinativi indirizzati al tesoriere. Osservando poi i segni del tempo che i semplici ordinativi portano fino ai nostri giorni, si può rilevare che la
“solita lemosina” consisteva in due “parpayole” ovvero di una moneta coniata all’epoca della prima conquista francese di Milano risalente al secolo XV,
con il valore di due soldi e sei denari. Nella certezza della fraterna accoglienza dei confratelli pellegrini, la Confraternita soleva accompagnare nei loro viaggi, verso luoghi santi, i suoi aderenti con un
attestato, di cui un esemplare presente nell’archivio confraternale, che confortava il cammino e il passaggio nelle varie località di sosta, confermando analoga e ben gradita ospitalità. La parte più
voluminosa dell’archivio della Confraternita è da attribuirsi ai corposi registri, alcuni dei quali con spessa copertina in pergamena, che riportano le annotazioni riguardanti i beni della Confraternita
stessa, gli inventari di documentazione e carte, sicuramente molto importanti e di cui purtroppo non si ha più traccia, ed altri, rubricati alfabeticamente, relativi alle annotazioni dei nominativi dei
confratelli e consorelle.
Curiosamente le indicazioni nominative degli appartenenti alla Confraternita, uomini e donne, suddivise per “cantone” ovvero le ripartizioni del territorio gragliese, risultano
riportate in ordine alfabetico per nome di battesimo e non per cognome, con la conseguente elencazione di numerosi nomi uguali, distinguibili solamente da riferimenti alla famiglia o al toponimo di
riferimento. Oltre ai registri utilizzati come libri contabili concernenti gli “esatti e sborsi”, ovvero entrate ed uscite della Confraternita, gestiti dai tesorieri
“pro tempore”, particolare menzione merita il registro delle “memoria ed obbligazioni”, risalente ai primi dell’800, relativo ai diversi debitori e
dei loro versamenti a decurtazione dei debiti contratti e degli interessi pagati. Agli occhi nostri il registro diventa uno specchio della vita del tempo e della comunità gragliese, basata sulle relazioni
personali e sulla credibilità dei singoli. Come tutti gli archivi del mondo, anche quello della Confraternita della SS.ma Trinità e S. Croce del “locho di Gralia”, oggi
ristrutturato e rivisto nella sua impostazione ha l'importante funzione di ripercorrere all'indietro la storia di una comunità, è espressione e testimonianza delle vicende locali, è parte integrante del
patrimonio culturale tramandato alle generazioni a venire.
Non più un deposito, che nell’immaginario collettivo può sembrare un luogo “oscuro” e impenetrabile, ma uno strumento di affascinante conoscenza da aprire al pubblico ed utilizzare
quale fonte per la ricerca, la didattica, il lavoro. L’archivio diventa un modo per rafforzare il senso di appartenenza dei cittadini alla comunità e quindi l’identità collettiva. La fruizione del materiale
d’archivio innesca inoltre un circolo virtuoso che fornisce visibilità, favorendone la conservazione. Il valore storico che, comunque, la documentazione presenta, va posto in evidenza, promosso e aperto alla
conoscenza di una comunità locale, ma come funzione aggiuntiva e preziosa, rispetto a quella necessaria legata alla conservazione degli atti e dei documenti. E’ un messaggio per promuovere la cultura del
documento che non è solo un pezzo di carta da sistemare in un posto qualunque, ma è memoria, qualcosa che radica, che permette di ricostruire il passato, di capire da dove veniamo e, magari, anche dove
stiamo andando.
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