Confraternita |
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Nel fluire del tempo, parallelamente alle vicende che coinvolsero le strutture della "nuova" Chiesa di Santa Croce, le diverse Confraternite, esistenti in Graglia, diedero avvio alla costruzione delle diverse cappelle e altari laterali, in cui erano erette; strutture che vennero rinnovate, rifatte, completate o modificate nel corso degli anni. Quasi tutte le Cappelle furono decorate di stucchi e poi dipinte, nel clima di rinnovamento settecentesco, dal pittore Giovanni Batista Greggio di Andorno.
La cappella fu portata a termine con l'altare solo nel 1686/87 dal mastro Giuseppe Ramma per quanto riguarda le opere murarie e l'altare. Un certo Lampo eseguì sopra l'altare una finta architettura e il quadro dello Zamorra fu ornato di elegante cornice dorata. Il tabernacolo ligneo fu scolpito dal mastro Bernardo Zo. La cappella fu benedetta nel 1687.
La Cappella fu la prima ad essere ultimata, come risulta dalla Visita Pastorale dell'anno 1661. Venne rinnovata a partire dal 1702 :l'altare fu rialzato ed il mastro Bernardo Zo scolpì gli abbellimenti in legno e le carteglorie. Nell'ordinato del 4 agosto 1720 si faceva rilevare che già l'anno precedente si era proposto di "far fare una Vergine del SS. Rosario" ed in quello del 3 novembre si decideva di ricercare uno scultore valente a cui affidare l'incarico, insieme alla scultura del dossale o ancona in legno. La statua fu eseguita da un Termine, cioè Auregio di Biella. L'ancona fu affidata allo scultore Carlo Giuseppe Maria Flecchia di Biella. Si tratta di una macchina di elegante fattura, indorata da Giuseppe Defabianis di Zumaglia, con due colonne tortili, su cui stanno due angeli e con nella sommità l'Incoronazione della Vergine. In origine le colonne erano quattro; nel secolo scorso, quando venne rifatto l'altare in massoneria, fu tagliata tutta la parte inferiore dell'ancona e le due colonne esterne furono rimosse e collocate nell'altare del SS.Nome. I misteri del Rosario, che ornano la nicchia della Madonna, sono opera del pittore Peretti. L'altare venne completato facendo indorare la cornice del contraltare e le carteglorie dal Defabianis. La Confraternita celebra ancor oggi, con particolare solennità, la festa della Madonna del Rosario, ogni prima domenica di ottobre, festa che vede la partecipazione di numerose Confraternite del Piemonte.
La Cappella fu costruita tra il 1663 ed il 1665 e benedetta in quell'anno. Da notare che la quarta Confraternita, al tempo esistente, indipendente dalle altre, fu eretta nella prima Chiesa di S.Croce il 25 marzo 1585 sotto il titolo della Madonna della Consolazione di S.Agostino e Monica. Questa compagnia, che contava sempre numerosissimi iscritti, fra i quali molti ecclesiastici, fece edificare nel 1663 la loro cappella detta poi dei "dei cinturati o mantellati". La cintura ed il mantello erano l'abito dei Confratelli. Nel 1723 Bernardo Zo scolpì il tabernacolo ligneo. È decorata con una tela di autore sconosciuto, raffigurante la Madonna con S.Agostino e Monica eseguita nel 1663. Venne rinnovata nel corso del 1700 e nel 1723 la cornice fu indorata da Giuseppe Destefanis.
Costruita nel 1675/76 venne detta allora dei "Cinque Santi" e dovrebbe corrispondere a quella dei SS. Germano e Michele così chiamata perché nell'antica icone erano raffigurati cinque Santi: Germano, Michele, Rocco, Giovanni Battista e Gottardo. Nel 1713 venne collocato il primo nuovo dipinto raffigurante S.Germano e S.Michele. Il quadro è opera di Don Antonio Saà di Cerrione, sacerdote oriundo gragliese. Venne rinnovata nel 1722.
La Cappella venne costruita e completata tra il 1675 ed il 1676. Venne riedificata nel 1772 a spese dei fratelli Giuseppe, Giovanni e Francesco fu Comino Zaneto, come fa fede una scritta sull'ancona. Sul timpano dell'altare vi è un ex-voto donato da Comino Zanetto che, grazie ad una testimonianza raccolta da un frate, viene scagionato da un delitto ascrittogli.
Nel 1664 si edificò l'altare in massoneria con ancona a colonne, in onore dei SS. Stefanoe Francesco d'Assisi. Al centro si trova una tela rappresentante la Madonna ed i due Santi Titolari con la scritta: "1664 Stefano e Carlo del fu Francesco de Stefani" finanziatori dell'opera. Ancora oggi, il 26 dicembre di ogni anno, la Confraternita fa celebrare la Santa Messa in onore di Santo Stefano.
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